STRESS LAVORO CORRELATO

Per “stress lavoro correlato” s’intende una condizione di forte disagio che si manifesta quando le richieste provenienti dall’ambiente lavorativo eccedono le capacità dell’individuo di fronteggiarle (Agenzia Europea per la Sicurezza sul Lavoro, 2009).
Tale condizione costituisce un complesso quadro psicopatologico, con la presenza di sintomi sia fisici, quali disturbi del sonno, gastrointestinali, deficit cardiovascolari (es. tachicardia, ipertensione arteriosa, aumento della frequenza respiratoria), disturbi cutanei, muscolari (es. ipertonia), disfunzioni metaboliche ed ormonali, cefalea, iperglicemia, abbassamento delle difese immunitarie, che psicologici, quali abbassamento del tono dell’umore, ansia, rabbia, calo dell’autostima, calo della libido, incremento nell’ uso di sostanze psicotrope (alcool, tranquillanti, stupefacenti), deficit cognitivi, spesso accompagnati da un calo della performance lavorativa sia in termini quantitativi che qualitativi e da un incremento dell’assenteismo (Costa, 2009).

Sono state documentate anche conseguenze negative sul benessere sociale in termini di relazioni coniugali, cura dei figli, relazioni amicali e sociali, aspettative e prospettive esistenziali (Cooper 1996; de Lange, Taris, Kompier, Houtman, Bongers, 2003; Kristensen, 1996).

Nel corso delle ultime due decadi il fenomeno dello stress lavoro correlato ha assunto dimensioni sempre più vaste, con una risultante preoccupazione da parte delle associazioni sindacali, dei media, delle istituzioni e del mondo scientifico. Ne soffre infatti più di un lavoratore su quattro nell’Unione Europea, con importanti ripercussioni sulle organizzazioni, con una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di giornate lavorative perse ed un costo economico pari a circa 20.000 miliardi di euro (EU-OSHA, 2009).

A livello individuale la sperimentazione di stress lavorativo può portare ad una significativa riduzione della qualità della vita e favorire l’insorgere di patologie psichiche e fisiche di rilievo. Tale disagio rende perciò necessaria l’effettuazione di un percorso terapeutico individualizzato.

Mediante il supporto dato al paziente nel trovare  le risorse  utili per fronteggiare un ambiente lavorativo sfavorevole, viene infatti favorita  la riduzione dei sintomi e impedita la cronicizzazione del disturbo.

Il mobbing

Il mobbing rappresenta una forma di violenza psicologica intenzionale, sistematica e duratura, perpetrata in ambiente di lavoro, volta alla estromissione fisica o morale del soggetto dal processo lavorativo o dall’impresa (ISPESL 2001).

Le conseguenze psicologiche di tale persecuzione lavorativa sono devastanti e danno spesso origine a stress lavoro correlato.

I due fenomeni sono tuttavia da considerarsi distinti e non identificabili, in quanto quest’ ultimo può essere presente anche in assenza di mobbing.

Il calo di autostima conseguente alla violenza sperimentata in ambito lavorativo, così come accade per altre forme di persecuzione, quale lo stalking, spesso genera un forte senso di inadeguatezza nella vittima, che, sentendosi colpevole, ritarda la richiesta di aiuto, con un conseguente peggioramento del quadro sintomatologico.

In questi casi, la terapia diviene importante per favorire il recupero delle risorse dell’individuo, la pianificazione del proprio futuro alla luce delle difficoltà lavorative presentate ed il miglioramento della qualità della vita.