Cos’è il trauma?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce il trauma come il risultato mentale di un evento o una serie di eventi improvvisi ed esterni, in grado di rendere l’individuo temporaneamente inerme e di disgregare le sue strategie di difesa e di adattamento. Qualsiasi evento stressante, dunque, che comprometta il senso di integrità fisica o psichica di una persona, suscitando un senso di impotenza di fronte a una minaccia per l’incolumità propria o dei propri cari, può avere un esito traumatico.

Si distinguono due tipologie di esperienze potenzialmente traumatiche:

  • i “grandi traumi”: esperienze connesse con la morte e/o il pericolo per l’incolumità fisica propria o dei propri cari, come abusi, incidenti stradali, calamità naturali, etc….;
  • i “piccoli traumi”: esperienze soggettivamente stressanti, in cui la percezione di minaccia e pericolo non è particolarmente intensa. Tali esperienze spesso sono ripetute nel tempo e avvengono per lo più durante l’infanzia e l’adolescenza, come, per esempio, una cattiva relazione con le proprie figure di riferimento, lunghe o ripetute ospedalizzazioni, essere vittima di bullismo, ecc….

Esperienze traumatiche e disturbi psichici

È ormai provato come lo stress traumatico e le esperienze sfavorevoli in età infantile abbiano un ruolo come fattori di rischio nella comparsa e nel mantenimento non solo del PTSD (Disturbo post-traumatico da stress), ma anche di molti altri disturbi psichici (DSM-5 – Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorder”, American Psichiatric Association, 2013).
Alcuni dei disturbi associati a fattori stressanti/traumatici sono, per esempio, il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD), Disturbo Depressivo Maggiore, Fobie Specifiche, Disturbi d’Ansia, Disturbo da Panico, Disturbi del Comportamento Alimentare, Disturbi della sfera sessuale, Dipendenze.

L’intensità dell’esperienza stressante vissuta, l’età della persona, la sua storia personale, le sue risorse e le risorse dell’ambiente di riferimento (familiare e sociale) sono altri fattori che possono favorire o proteggere l’individuo dall’insorgenza di sintomi post-traumatici o di patologie conclamate. Nel 70-80% dei casi, infatti, gli eventi stressanti vengono elaborati, “digeriti” dal cervello, in maniera naturale, attraverso l’attivazione di innati meccanismi fisiologici e di elaborazione delle informazioni. Nei restanti casi, l’evento stressante rimane come “bloccato” all’interno delle reti neurali e l’individuo continua a esperire un disagio emotivo e fisico, per l’evento subito, vivendo intensamente, anche dopo molto tempo, le stesse emozioni, sensazioni fisiche e pensieri negativi provati al momento del trauma.

Spesso i sintomi non si manifestano immediatamente dopo l’esperienza traumatica, ma possono comparire molto tempo dopo la sua conclusione, stimolati da un minimo accenno di pericolo che riattiva il trauma e mobilita i circuiti cerebrali disturbati. Si provano quindi emozioni sgradevoli, sensazioni fisiche intense e si possono commettere azioni impulsive e aggressive.
Sentendo di non avere il controllo di sé, i sopravvissuti al trauma vivono in uno stato di paura persistente di essere danneggiati nel profondo.

Cosa accade durante un’esperienza traumatica?

In condizioni normali, di fronte al pericolo, le persone reagiscono con un temporaneo aumento degli ormoni dello stress, necessario alla preparazione delle risposte innate di attacco/fuga/congelamento di fronte a una minaccia per la propria incolumità. Nelle persone traumatizzate, gli ormoni (soprattutto l’adrenalina) aumentano velocemente e in modo sproporzionato, anche in risposta a stimoli di lieve entità, che normalmente non sarebbero percepiti come pericolosi e ci mettono più tempo a ritornare sotto controllo al venir meno del pericolo. La continua secrezione dell’ormone dello stress esita negli stati di panico e agitazione e, nel lungo periodo, danneggia la salute. Alcuni degli effetti degli ormoni dello stress costantemente attivati sono: problemi di memoria, attenzione, irritabilità, disturbi del sonno, maggior vulnerabilità del sistema fisico.
C’è un’altra possibile risposta al pericolo: la negazione, ovvero il corpo registra la minaccia, ma la mente consapevole va avanti come se niente fosse, quindi gli ormoni dello stress mandano segnali ai muscoli, affinché si preparino all’azione (attacco/fuga) o si immobilizzino (congelamento), ma tali reazioni non si verificano. Questo può avere effetti fisici sugli organi, provocando i cosiddetti disturbi psicosomatici, come emicranie, asma, dolori cronici, fibromialgia, problemi digestivi, colon irritabile, affaticamento cronico.

Durante e subito dopo un evento stressante è normale sperimentare un’alterazione della percezione della realtà: tutto sembra irreale, ciò che accade intorno sembra svolgersi al rallentatore, come in un sogno e si è più sensibili a stimoli visivi e uditivi. Ci sono anche reazioni fisiche che è tipico provare durante un evento stressante, come tachicardia, nausea, caldo o freddo. Inoltre, si sente il bisogno di non rimanere da soli, di avere aiuto, supporto, conforto.
Tali reazioni, se limitate al tempo dell’evento traumatico, sono normali, in quanto permettono di  attivare le risorse personali e ambientali necessarie a far fronte all’evento, ovvero concentrarsi sulla situazione e trovare in maniera rapida soluzioni, fuggire, chiedere aiuto, ecc….

Cosa accade dopo un’esperienza traumatica?

Una volta cessata la minaccia, possono presentarsi:

  • ricordi spiacevoli e immagini dell’evento stressante, pensieri ed emozioni negative associate all’evento traumatico;
  • sentimenti di disperazione o colpa, irritabilità, insofferenza verso gli altri, pensieri riguardanti la vita e la morte e le cause che hanno portato all’evento traumatico vissuto, percezione di maggior vulnerabilità, paura che l’evento traumatico possa manifestarsi ancora;
  • disturbi del sonno e incubi;
  • difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione;
  • tensione, ipervigilanza, iperallerta;
  • sintomi fisici (disturbi gastro-intestinali, stanchezza);
  • evitamento degli stimoli associati all’evento traumatico (persone, luoghi, etc…);
  • appiattimento affettivo.

Terapia del trauma

Tra le terapie d’elezione per il trattamento dei sintomi post-traumatici, vi è l’EMDR, metodo strutturato che è possibile affiancare a un percorso psicoterapico tradizionale, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2013, come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati. L’efficacia dell’EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo Post Traumatico da Stress che per i traumi di minore entità.
Gli psicologi del Centro Sinergia sono abilitati all’utilizzo di tale strumento.