Uno dei pregiudizi principali, è che lo psicologo si occupi esclusivamente di “gravi patologie della mente”, e che, di conseguenza, chi si rivolge ad esso sia “matto”; questo perché si è ancora schiavi di alcuni “retaggi culturali” obsoleti e superati.La società moderna ci ha abituati a modelli di riferimento che promuovono i valori dell’autocontrollo, della forza di carattere e di volontà e soprattutto un modello di riferimento in cui “la persona forte e risoluta, che ha il pieno controllo della sua vita, non ha bisogno dell’aiuto di nessuno.” Tutti conosciamo il noto motto “chi fa da sé, fa per tre”.
Questo, accompagnato dalla negazione del dolore e della debolezza, ha abituato le persone a non rivelare i propri sentimenti, specialmente quelli che arrecano sofferenza, per non apparire dei deboli o delle vittime. Tante persone, ancora condizionate da questi pregiudizi, trascurano il proprio benessere psicologico rischiando di aggravare ancora di più la situazione.
Cercare l’aiuto di un professionista è, invece, da considerarsi un atto di forza di volontà, di determinazione, di voglia di vivere la vita e di viverla nel migliore dei modi.